IMPORTANTE AGGIORNAMENTO del 29 febbraio 2016:
La Deutsche Dienststelle (WASt), l’agenzia statale con sede a Berlino che si occupa di rintracciare i familiari dei caduti dell’esercito tedesco, ha provveduto alla decodifica del piastrino di riconoscimento ritrovato insieme alle spoglie del povero soldato e ha informato il presidente di Salerno 1943, Luigi Fortunato.
Il ritrovamento avvenne nell’estate del 2012 nei pressi di Giovi. Durante i tragici giorni del settembre 1943 la zona era stata fortemente trincerata dalla Wehrmacht per ritardare l’avanzata degli inglesi verso l’interno. La conquista delle colline che sovrastano la città di Salerno avrebbe permesso agli Alleati di avanzare nella valle dell’Irno e da lì procedere verso Napoli, l’obiettivo principale dell’operazione Avalanche. I combattimenti furono perciò aspri, con numerose vittime da ambo le parti. Nel corso di uno degli assalti alla postazione, il 16 settembre 1943, cadde alla guida dei suoi commandos Henry Valerian George Wellesley, sesto duca di Wellington.
Due giorni dopo, il 18 settembre, perse la vita il soldato tedesco i cui resti sono stati rinvenuti quattro anni fa.
Ma chi era il militare? A rispondere e' Luigi Fortunato, il presidente di Salerno 1943: “Si chiamava, Walter Prochel ed era nato il 25 luglio 1908. Venne richiamato alle armi a Berlin-Spandau nel giugno del 1940 ed assegnato come rimpiazzo con la matricola 657, alla 3^ compagnia del 67° battaglione di fanteria. Il suo reparto faceva parte della 23^ Divisione di Fanteria e prese parte alla campagna di Russia partecipando alla battaglia di Wjasma. Nell’agosto del 1942 il reparto di Prochel venne trasferito in Francia per essere ricostituito dopo le sanguinose perdite dell’operazione Barbarossa. Lì assunse il nome di 67° Reggimento Panzergrenadier e venne aggregato alla 26^ Divisione Panzer. Questa unità fu uno dei reparti che entrarono in Italia all’indomani del 25 luglio 1943. In agosto prese parte ai combattimenti contro i britannici in Calabria e venne poi spostata a Salerno per contrastare lo sbarco del 9 settembre 1943.
Quando cadde Walter aveva il grado di Obergefreiten (caporal maggiore). Dopo il nostro ritrovamento le sue spoglie sono state sepolte presso il cimitero militare germanico di Cassino. Come ci ha comunicato Tina Montepaone, gentilissima referente del Volksbund Deutsche Kriegsgräberfürsorge di Pomezia, non sono stati rintracciati suoi familiari ancora in vita. Ci fa piacere, però, aver ricevuto dal WASt oltre alle notizie biografiche anche il suo piastrino che verrà esposto presso la mostra permanente che Salerno 1943 ha allestito nella Cappella di San Ludovico nell’Archivio di Stato di Salerno. Grazie alla squisita disponibilità della direttrice Eugenia Granito una parte dei nostri ritrovamenti e delle storie ad essi collegati sono visitabili gratuitamente presso la struttura di largo Abate Conforti fin dal 2012. Questo spazio ci permette di far conoscere non la grande storia dello sbarco a Salerno, cosa che hanno fatto in maniera egregia storici come Angelo Pesce con il suo monumentale lavoro sull’Operazione Avalanche, ma le storie dei singoli protagonisti di tale tragico episodio della seconda guerra mondiale.
Finora abbiamo potuto ricostruire le vicende di circa un centinaio di militari e civili di varie nazionalità. Alcune le abbiamo raccontate nel libro ‘Salerno 1943, gli aviatori, le storie, i ritrovamenti dell’operazione Avalanche’. Abbiamo inoltre recuperato fino a questo momento i resti di 5 soldati. Oltre a Walter Prochel, abbiamo ritrovato le spoglie del soldato tedesco Wilhelm Hescnauer, dell’aviatore statunitense Dewey L. Gossett e di 2 soldati inglesi presumibilmente delle Coldstream Guards per le quali sono in corso le analisi del DNA per l’identificazione.
Il piastrino con la stampigliatura 3./ Jnf. Ers. Btl. 67 657 AB
I bottoni in alluminio della camicia della Wehrmacht
I bottoni in ferro zincato dello Zeltbahn
Moneta da 10 centesimi del Regno d'Italia