Essi infatti furono paracadutati con un equipaggiamento leggero che avrebbe dovuto essere in seguito integrato da eventuali ulteriori lanci di materiale. Purtroppo la scarsa precisione e la mancata coordinazione del primo lancio fece in modo che gli uomini si disperdessero su una superficie molto ampia rendendo praticamente impossibile il lancio di rifornimenti ad unità organizzate. Il poco materiale a disposizione e la necessità di occultare al nemico la propria presenza hanno reso difficile reperire tracce dei parà americani sul territorio. Essi inoltre attaccarono il nemico in brevi e cruenti scontri. Non vi furono battaglie di posizione con lo scavo di trincee e postazioni che permettono a chi esamina un campo di battaglia di reperire grosse concentrazioni di bossoli, caricatori ed altro materiale bellico.
Nonostante tale difficoltà abbiamo riscontrato la presenza di paracadutisti americani sulle montagne circostanti i comuni di Acerno, Fisciano, Montoro Inferiore e Serino. Una tipica traccia sono stati i bossoli calibro .30 presenti in alcune zone che furono teatro di combattimenti. Insieme alle immancabili bustine di caffè solubile in dotazione all’esercito U.S.A. sono una muta testimonianza della permanenza di queste truppe in zona. Inoltre, un paio di oggetti rinvenuti facevano parte del tipico armamento in dotazione a questi uomini.
Fra Acerno e Montella, nei pressi di un ponte, abbiamo rinvenuto quello che rimane degli involucri di un paio di mine Hawkins. Questo ordigno di produzione inglese era utilizzato anche dai parà americani. A prima vista la mina sembra un’innocua lattina ma in origine conteneva circa mezzo chilo di esplosivo che veniva fatto detonare da un accenditore chimico presente in una fialetta di vetro. La mina veniva collocata di solito appena sotto il manto stradale e quando un automezzo o un carro armato vi passava sopra comprimendo il sottile involucro metallico rompeva la fiala del detonatore che provocava lo scoppio dell’ordigno. Gli involucri metallici ritrovati sono totalmente vuoti e quasi del tutto corrosi dalla ruggine. Si sono invece straordinariamente preservati gli involucri in carta cerata che contenevano l’esplosivo all’interno della mina. Essi riportano ancora chiaramente leggibile l’etichetta NOBEL’S EXPLOSIVE No. 673 rammentandoci che il famoso chimico e filantropo Alfred Nobel, ideatore dell’omonimo Premio, fu anche l’inventore della dinamite.
L’altro oggetto sicuramente appartenuto ai paracadutisti è quel che rimane di un pugnale mod. 1918. Questo coltello (denominato Trench Knife 1918) venne adottato dalle truppe americane alla fine della prima guerra mondiale ed era stato creato come un pugnale da usare nei combattimenti corpo a corpo tipici degli assalti in trincea. Numerosi coltelli di questo tipo erano ancora disponibili allo scoppio della seconda guerra mondiale ed alcuni corpi, fra i quali i paracadutisti, li adottarono in maniera più o meno ufficiale come parte del loro equipaggiamento standard. Il pugnale ritrovato nel comune di Serino ha la lama totalmente corrosa dalla ruggine. Anche il punteruolo presente in fondo al manico è interamente consunto. Esso aveva lo scopo di sfondare il cranio del nemico. Solo il manico in bronzo si è conservato. Si presenta come un tirapugni che poteva servire per abbattere l’avversario durante la lotta. Un aspetto interessante è che il suo proprietario aveva limato un lato dell’ampia guardia dell’impugnatura evidentemente per poterlo meglio indossare al fianco o negli scarponi.
Bustina di caffè solubile in dotazione all’esercito USA rinvenuta nei pressi di Serino.
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The investigations into the presence of the paratroopers of the 509 PIR (Parachute Infantry Regiment) launched during the operation Giant III in the September of 1943 in Irpinia, have been limited by the type of equipment and the engagement tactics rules used by the U.S. Army Corps . In fact, they were parachuted with light equipment that would later be supplemented by any further launches of other kind of supplies. Unfortunately, the lack of precision and the lack of coordination of the first launch, made men to disperse over a large area making it virtually impossible to launch supplies to organized units. The little material available and the need to conceal their presence to the enemy made it difficult to find traces of the American paratroopers in the area. They also attacked the enemy in short and bloody clashes. There were no battles for keeping positions with digging of trenches; we did'nt find large concentrations of cartridge cases, chargers and other war material.
Despite this difficulty we found the presence of American paratroopers in the mountains surrounding the municipalities of Acerno, Fisciano, Montoro Inferiore and Serino. A typical clue was a .30 caliber's cartridge cases we found in some areas that were the scene of fighting. Along with the inevitable sachets of instant coffee supplied to the U.S. Army, these ammunitions are a silent witness to the permanence of these troops in the area. In addition, a pair of objects found, were part of the typical armament supplied to these men.
Among Acerno and Montella, near a bridge, we found what remains of the shell of a couple of mine "Hawkins". This bomb was an UK production, and was also used by American paratroopers. At first glance, the mine can seem an harmless tin can, but originally contained about half a kilo of explosives detonated by a chemical trigger present in a glass vial. The mine was usually located just below the road surface and when a truck or a tank passed over compressing the thin metal casing, it broke the vial of the detonator that caused the blast. The metal casings found are totally empty and almost completely corroded by rust. They are amazingly preserved in wax paper wrappers that contained the explosive inside the mine. They still show clearly readable label "NOBEL'S EXPLOSIVE No. 673" reminding us that the famous chemist and philanthropist Alfred Nobel, inventor of the eponymous award, he was also the inventor of dynamite.
The other object which definitely belonged to the paratroopers is what remains of a dagger mod. 1918. This knife (called "Trench Knife 1918") was adopted by American troops at the end of World War I and it was created as a dagger to use in melee combat typical of the assaults in the trenches. Several knives of this type were still available at the outbreak of World War II and some units, including paratroopers, adopted them in a more or less official capacity as part of their standard equipment. The dagger was found in the town of Serino, it has the blade totally corroded by rust. Even the punch at the bottom of the handle is entirely consumed. It was intended to break through the skull of the enemy. Only the bronze handle is preserved. It looks like a brass knuckles that could be used to kill the enemy during a fight. An interesting aspect is that its owner had filed down one side of the wide grip, maybe in order to better put it in the belt or in the boots.