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Categoria: ritrovamenti
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Lunedì, 20 Aprile 2015 19:15
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Scritto da Super User
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Durante la seconda guerra mondiale le forze in campo fecero spesso ricorso all'utilizzo dei cecchini. Un tiratore scelto aveva lo scopo di ridurre la capacità al combattimento del nemico, colpendo un piccolo numero di bersagli di grande importanza come gli ufficiali per tagliare la catena di comando, gli addetti alla radio per isolare l'unità nemica, i serventi delle mitragliatrici per ridurre la capacità di fuoco anti-fanteria.
Spesso i cecchini operavano in tandem con un osservatore che aveva lo scopo di individuare i bersagli e di fornire eventuale copertura se individuati. Anche durante la battaglia di Salerno i tiratori scelti svolsero con efficacia il loro tragico compito. Di uno d'essi è stato possibile trovarne le tracce sul campo.
Si tratta del cecchino che prese parte alla battaglia per la conquista della Hill 270, nome con il quale l'esercito inglese indicò una piccola collina dominante le strade che attraversano la valle dell'Irno. Questa posizione strategicamente importante venne fortificata dalle truppe tedesche per ritardare l'avanzata verso l'interno alle forze alleate sbarcate nel salernitano.
Un vivido resoconto della battaglia è riportato nel libro di memorie di Christopher Bulteel, un ufficiale delle Coldstream Guards, Something about a soldier. Il 24 settembre 1943 il suo reparto era giunto nei pressi della cappella di Taborre, la collina che domina Capezzano. Gli venne ordinato di occupare la collina che si trova alle spalle del paese la quale era stata già conquistata il giorno precedente ma poi persa a seguito di un contrattacco tedesco. Probabilmente fu in tale occasione che vennero uccisi i due soldati inglesi i cui resti sono stati ritrovati dai componenti dell'associazione Salerno 1943 il 20 febbraio 2014. Evidentemente i tedeschi che rioccuparono la postazione non si preoccuparono di dar loro una degna sepoltura ma si limitarono a deporre i corpi in buche e a coprirli con un po' di terra dato che si trovavano in una zona esposta al fuoco nemico. Questo spiegherebbe perché i loro commilitoni che conquistarono in seguito la collina non si accorsero delle loro sepolture.
Ritornando ai tragici eventi di quel settembre 1943, gli inglesi sferrarono il secondo assalto a mezzogiorno del giorno 25. Come riferisce Bulteel, a poche centinaia di metri dall'obiettivo il fuoco delle mitragliatrici tedesche cominciò ad aprire larghi vuoti fra gli attaccanti. Il suo reparto aveva aggirato l'obiettivo tenendosi sul fianco sinistro della vallata. Questo gli permise di usufruire della copertura della vegetazione e di arrivare indenne alla base della collina. Infine con un rapido balzo egli e i suoi uomini riuscirono a raggiungere la sommità della Hill 270 e a fare prigionieri i pochi tedeschi che non si erano ritirati.
Una volta conquistata la postazione Christopher venne informato della presenza di un cecchino appostato sulla montagna che domina la collina. Egli aveva centrato numerosi bersagli durante la manovra di aggiramento ma i suoi colpi erano stati scambiati per quelli provenienti dai difensori della Hill 270. Incontrando il suo amico John Hamilton Bulteel racconta: "In quel momento John arrivò tutto sudato. 'Ciao, John!' esclamai. 'Ero preoccupato per te. Va tutto bene? Dov'è il tuo plotone? ''Eccolo qui!' disse John con un gesto teatrale. 'Siamo rimasti solo in due. Posso dirti che su quelle terrazze è stata una strage. E poi, dopo tutto questo, siamo stati inchiodati da un cecchino sulla nostra sinistra. Abbiamo dovuto cercare riparo'."
Ora che la postazione era stata ridotta al silenzio i britannici si accorsero a caro prezzo della sua micidiale presenza. In pochi minuti il tiratore scelto centrò diversi soldati che pensavano di essere oramai al sicuro. Gli inglesi avevano iniziato a trincerarsi temendo un contrattacco dal retro della collina. I colpi invece arrivavano dal fianco sinistro che era totalmente esposto al fuoco nemico. Infatti ancora Bulteel riferisce: "Poi arrivò un altro shock. Ero in piedi sul crinale, vicino all'avvallamento, quando una delle guardie, Rutland (che era stato nel mio plotone nel Sesto Battaglione), improvvisamente si piegò in due e crollò. 'Il bastardo mi ha preso nello stomaco', sussurrò. 'Mi raccomando, Sir. Il suo berretto nero sarà il prossimo.' Avrei dovuto indossare il mio elmetto ma mi resi conto di averlo perso da qualche parte. Senza questo, e senza nemmeno una pistola carica, difficilmente avrei potuto farmi giustizia! Per il momento, mi nascosi dietro un albero: doveva esservi un cecchino, installato sulla montagna accanto a noi. Trascinammo Rutland al riparo ma morì poche ore dopo. Lo stesso cecchino colpì Standley, un altro uomo del vecchio Sesto Battaglione. Ma credo sia sopravvissuto. Per il resto di quella terribile giornata siamo stati afflitti da questo cecchino sul pendio della montagna accanto a noi. Dato che nell'avvallamento in cima alle terrazze dove John era salito, la vegetazione era rada, decidemmo, più per opportunità che non per valore, di nasconderci fra i cespugli appena oltre la cresta, sperando di non subire un contrattacco ravvicinato." Il cecchino tenne sotto tiro gli inglesi per l'intero pomeriggio prima che l'ufficiale Simon Codrington arrivasse con l'ordine di snidarlo. A quel punto però è probabile che egli si fosse ritirato anche a seguito del fuoco di artiglieria che aveva cominciato a colpire la montagna sulla quale era appostato.
Ritrovare le tracce di questo episodio non è stato facile in quanto il rilievo è molto ampio e i segni della presenza di un cecchino sono solitamente scarsi. Grazie però al tipico impegno che caratterizza i membri dell'associazione Salerno 1943, ci è stato possibile capire dove egli era posizionato. Infatti, dopo una lunga ricerca abbiamo individuato alcuni bossoli di K98, il fucile in dotazione ai tiratori scelti tedeschi, appena dietro il versante roccioso della montagna. Evidentemente si trattava della postazione dalla quale sparava. Un'altra fortunata scoperta ci ha permesso di capire dove il tiratore aveva lasciato l'equipaggiamento e gli effetti personali. Infatti, in un boschetto molto più in alto rispetto alla zona da dove sparava abbiamo rinvenuto tracce di equipaggiamento militare germanico, un orologio da tasca svizzero marca Vittoria e numerose monetine tedesche. Il fatto che l'orologio apparisse rotto in varie parti e la presenza di numerose schegge lascia supporre che la zona sia stata colpita dal fuoco dell'artiglieria inglese. La mancanza di parti dell'uniforme tedesca ci permette di supporre che i due soldati tedeschi presenti sulla montagna non siano stati colpiti dal bombardamento ma che abbiano fatto in tempo a rientrare fra le loro linee che andavano attestandosi più a nord.
Hanno finora partecipato a questa ricerca:Luigi Fortunato, Vincenzo Pellegrino e Matteo Pierro.
La postazione del cecchino. In basso la Hill 270.
Il ritrovamento dell’orologio Vittoria.
Bossoli di K98, alcune monetine e l’orologio.
Altre monetine e parti dell’orologio.
Il totale delle monetine ripulite.
L’orologio ricomposto.
I ricercatori Luigi Fortunato e Vincenzo Pellegrino sulla montagna presidiata dal cecchino. Alle loro spalle la collina di Taborre da dove partì l’assalto inglese alla Hill 270.
Christopher Bulteel nel 1961.
Un cecchino e il suo aiutante mentre preparano l’equipaggiamento.
Un tiratore scelto in azione.