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Categoria: ritrovamenti
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Martedì, 03 Febbraio 2015 14:08
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Scritto da Super User
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Aereo: Bombardiere B-24 Liberator 42-78263 di S. Martino Valle Caudina
Nazionalità: Statunitense
Precipitato: 20 giugno 1944
Località: 39 km nord Salerno
Osservazioni: Identificazione confermata
La segnalazione di questo crash site è arrivata da Gianni Raviele il quale ricorda che da bambino rimase molto impressionato dalla vicenda di un aereo caduto sulla montagna che sovrasta il suo paese natio, San Martino Valle Caudina. Gianni ci ha messo in contatto con Franco Capuano, appassionato di montagna, il quale a sua volta ci ha fatto conoscere Raffaele D’Agostino un cercatore di tartufi esperto conoscitore dei luoghi.
Raffaele si era già interessato da tempo a questa storia incuriosito dai racconti delle persone anziane e dai ritrovamenti di rottami metallici durante le sue escursioni in montagna. Grazie al suo prezioso aiuto è stato molto facile ritrovare la zona del disastro. Nel corso di un paio di sopralluoghi con l’aiuto anche di Gerardo Capuano e Alessandro Russo, abbiamo recuperato frammenti della struttura del velivolo, i quali, recando il prefisso 32, ci hanno permesso di avere la conferma che l’aereo in questione era un bombardiere B-24 Liberator.
Cosa ne provocò la caduta? I documenti pazientemente rintracciati da Raffaele fanno luce sulla vicenda. Il bombardiere matricola 42-78263 era decollato nel pomeriggio del 20 giugno 1944 per un volo di trasferimento dall’aeroporto di Pomigliano D’Arco a quello di Pantanella nei pressi di Canosa, in Puglia. Non si trattava di una missione di guerra ma quel viaggio si rivelò più tragico di una delle tanti azioni belliche alle quali gli uomini a bordo avevano partecipato.
Il velivolo, appartenente alla 15th Air Force, 465 Bomber Group, 782nd Bomber Squadron, era pilotato dal capitano Eugene J. C. O’Neill. La rotta prevedeva l’attraversamento della dorsale appenninica. O’Neill evidentemente contava di superare il massiccio del Partenio scavalcandolo sul versante nord dove le vette sono più basse per poi dirigersi verso la Puglia. Evidentemente una leggera variazione di rotta spinse l’aereo più a sud dove le cime del massiccio sfiorano i 1600 metri. Complice anche la presenza di nubi basse, il pilota non si rese conto che si stava dirigendo contro la vetta dei monti di Avella. Inoltre, dal rapporto stilato dal War Department si evince che i motori 3 e 4 ebbero dei problemi. Questo disguido probabilmente non permise al pilota di raggiungere una quota maggiore. Ad ogni modo l’aereo si schiantò a pochi metri dalla vetta. Per gli 11 uomini dell’equipaggio non ci fu scampo. Chi erano gli uomini a bordo? Ecco la lista:
Capitano Eugene C. O’Neill, matricola 01699184, dello Iowa. Sottotenente Harry W. Gaffga, 26 anni, matricola 0755667, di San Bernardino County, California. Sottotenente William D. Trevaskiss, matricola 0752795, di Essex County, New Jersey. Tenente James D. Riley, matricola 0862212, di New York. Sottotenente Theodore E. Davis, 25 anni, matricola 0691636, di Mediapolis, Indiana. Ufficiale di volo Lawrence J. Ryan, matricola T1479, dell’Ohio. Sergente Kenneth I. Kopp, 21 anni, matricola 35540615, di Sandusky, Ohio; diplomatosi alla Sandusky High School, nella cui banda suonava il trombone, trovò lavoro presso le ferrovie della Pennsylvania. Prima di partire per il fronte si sposò con Mary Yakapak che prese il suo posto di impiegato nelle ferrovie. Partecipò al radi sulle raffinerie di Ploesti in Romania. Sergente Donald M. McGrew, 22 anni, matricola 19167217, di Compton, California; nella vita civile lavorava come metalmeccanico. Sergente George F. Bullock, 23 anni, matricola 14119704 di Fulton, Georgia. Sergente Sanford N. Meadows, 25 anni, matricola 34085913, di Madison County, North Carolina; prima di essere richiamato lavorava come conducente. Sergente Homer P. Darbyshire Jr, 30 anni, matricola 15340292, di Clark County, Ohio; era sposato e da civile lavorava come fotoincisore.
Lo schianto del velivolo venne avvertito a San Martino e, come riferisce Gianni Raviele nel suo volume Ore Nere, molti ritennero che fosse accaduto qualcosa di grave. I primi ad accorrere sul posto furono taglialegna e carbonai i quali si appropriarono di valori e oggetti personali delle povere vittime. Infatti, alcuni militari inglesi arrivati in seguito lamentarono che agli aviatori statunitensi mancavano gli orologi e i portafogli. Le indagini compiute dai Carabinieri Reali guidati dal maresciallo Pintacrona portarono alla scoperta delle prove del saccheggio presso le loro capanne in montagna. Nei mesi successivi fra la popolazione di San Martino circolarono degli strani anellini aventi a volte al centro del castone una piccola perlina. Erano stati realizzati con il plexiglass recuperato fra i rottami del Liberator.
Le salme degli sfortunati aviatori vennero interrate nel cimitero militare americano di Napoli. Nel dopoguerra furono traslate negli Stati Uniti nei cimiteri delle loro città d’origine.
Hanno finora partecipato a questa ricerca: Gerardo Capuano, Raffaele D’Agostino, Matteo Pierro e Alessandro Russo.
Didascalie foto
Un bombardiere B-24 Liberator in azione
Il vallone della Neve dove sono stati ritrovati alcuni frammenti del velivolo
Parti metalliche dell’equipaggiamento degli aviatori
Frammento della struttura con il prefisso di costruzione 32
Frammenti del nastro delle mitragliatrici da 12,7 mm Browning
Pezzo di plexiglass appartenente alle torrette antiaeree dell’aereo
Targhetta di un componente della strumentazione radiofonica
Il sottotenente Theodore E. Davis
Le tombe di 3 delle vittime
I ricercatori Raffaele D’Agostino, Gennaro D’Agostino e Gerardo Capuano.
I ricercatori Alessandro Russo e Raffaele D’Agostino